venerdì 14 gennaio 2011

...giorno 14...

Ogni volta che usufruisco in modo poco lecito di contenuti audio/video in internet mi fermo a fare qualche considerazione.
Perchè devono farti sentire come se stessi rubando qualcosa o come se ledessi chissà quale diritto intellettuale, rovinando il lavoro di molte persone che se va avanti così non potranno più mantenere le famiglie ecc ecc.
Perchè a me suona molto come "Non abbiamo più profitti milionari e questo ci rode, non guadagnamo più sulla pubblicità perchè le serie e i film li guardano in streaming"?
Sarebbe come se ognuno di noi dovesse pensare di far sempre scatenare delle guerre perchè altrimenti quei poveri produttori di armi, mezzi, dotazioni ecc ecc potrebbero andare in crisi. Ma se ci fosse la pace nel mondo questi che farebbero, si suiciderebbero? (Per loro fortuna credo in realtà non rimarranno mai senza lavoro, ahimè).
Ma insomma non sarebbe forse ora di trovare dei mezzi o canali alternativi che facciano sì che tornino i guadagni e fidelizzino i clienti su determinati contenuti con dei prezzi abbordabili e appetibili? Un esempio che non è direttamente inerente ma che secondo me rende l'idea: l'amministrazione Clinton per combattere l'evasione fiscale diminuì la pressione delle tasse portando, perdonate l'imprecisione, mi pare dal 50% al 30% l'esborso annuo pro capite. Magicamente diminuì l'evasione.
Bene, ora a questa teoria ci si potrebbe ispirare anche per cose molto meno importanti. Una casa di produzione cinematografica potrebbe tranquillamente far uscire il proprio iPad, dove si possono ovviamente guardare anche film come tutti sanno, e produrre dei modelli "customizzati" del film X o della serie Y e proporre un abbonamento di, che ne so, 5 euro al mese per un quantitativo di contenuti da scaricare a scelta tra programmi, film, serie, sport ecc ecc. Oppure una casa discografica portebbe fare lo stesso con l'iPod del cantante Pinco Pallino e con un abbonamento assicurare tot album (Ovviamente non devono essere per forza i prodotti della Apple, anche dei lettori generici di varie marche). Oltretutto di questi tempi visto che il problema rifiuti non è solo fare la raccolta differenziata (tra l'altro gli inceneritori producono delle polveri che sono talmente sottili che non son filtrabili neanche dall'organismo) ma produrre il minor quantitativo di rifiuti possibili, ci sarebbe un abbattimenti dell'uso dei materiali e delle lavorazioni per gli stessi.
Non so, mi sembra di non vedere all'orizzonte grosse opportunità o grossi cambiamenti in questo senso e davvero non ne capisco il motivo.
Io almeno così facendo non produco più inquinamento di quanto ne produrrei acquistando cd o dvd (con annessi spostamenti per acquistarli o farseli recapitare).

3 commenti:

  1. Ma pensa te, giusto oggi ho letto un ottimo articolo riguardo al futuro del giornalismo che diceva esattamente quello che dici tu! I giornali sono in crisi, ma nessuno ha ancora attuato una riforma del sistema radicale, si è solo tentato di creare dei contenuti alternativi su internet, ma che non sono al passo con le innovazioni più recenti della rete, facendo pagare troppo ai pochi clienti. L'idea dell'autore è quella di un pagamento semplice e contenuto in forma d'abbonamento che ti permetta di poter leggere solo quello che ti interessa, l'editoriale del Corriere e la rubrica tecnologica della Repubblica, più il blog del giornalista della Stampa, tanto per fare un esempio a caso. Il tutto abbandonando la versione cartacea, visto che più di due terzi del costo totale della produzione di in quotidiano è dato dalla stampa e dalla produzione, non dal mantenimento di una redazione di giornalisti. Concordo in pieno con te quando dici che il sistema si può e si deve cambiare, e pace per chi finora c'ha guadagnato. L'unico modo di combattere la pirateria è offrire un modo più semplice, sicuro e veloce di ottenere musica (o film e serie nel tuo esempio), senza farlo pagare troppo.

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  2. Dai, che coincidenza!!!
    Tu prova a immaginare un artista come, che so, i Disturbed o gli Slipknot che invece di licenziare un album in cd lo fa con una chiavetta usb da 2gb brandizzata, con booklet annesso e codici per contenuti aggiuntivi online. E la stessa usb che con un'altro codice ti permetta di scaricare il prossimo album a metà prezzo. O biglietti concerti scontati. O sconti su album dello stesso roster. Secondo me la casa discografica (se ancora si potrebbe chiamare tale) avrebbe una netta fidelizzazione dell'utente e l'utente sarebbe ingolosito in primis dalla chiavetta (perchè no, io solo ne ho 4 e 4 HD esterni e non credo di averla finita qui) e poi dalle eslusività che sappiamo fan la gioia di tanti fan. E questo è solo l'esempio della musica. Il problema è che temono la non padronanza sule cose che non si accorgono già non hanno e si chiudono a riccio facendo ovviamente pressione sulla politica per far paura alla gente con leggi demenziali arrogandosi chissà quale diritto intellettuale che manco riconoscono agli artisti. Allora ben vengano i Radiohead che rendon disponibile l'album a libera offerta (e han avuto un fatturato davvero consistente ho letto) o Reznor che addirittura rende disponibile la versione "normale" a download e il cofanetto (che ho io) a caro prezzo.Invece di aver paura, che comincino ad investire su nuove teste pensanti e su nuove concezioni di fruire i contenuti che stento ancora a considerare "di proprietà".

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  3. Ci prendi ancora bene: nell'articolo a cui facevo cenno, l'autore fa due conti e dimostra che, con quello che si ricaverebbe dal passaggio dalla carta stampata ad un quotidiano tutto su internet, un giornale potrebbe REGALARE ad ogni abbonato un Kindle nuovo OGNI ANNO! Nel caso della musica però è ancora peggio, per via di tutti quelli che c'hanno sempre guadagnato molto e che cercano disperatamente di mantenere lo status quo per non perdere entrate, che comunque si stanno riducendo ancora di più. Altra cosa, dici bene quando noti che il problema sta anche nella mancanza di innovazione: alcuni siti internet di quotidiani sono organizzati male e da persone che non hanno esperienza di internet. L'utente medio già si scazza a doversi registrare una volta, pensa che un sito di un quotidiano più che importante di cui ora mi sfugge il nome ti faceva registrare ad ogni ingresso!!! Ogni volta dovevi rifarlo! Assurdo... Comunque conservo quell'Internazionale perché ti voglio far leggere l'articolo.

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